Recentemente ho avuto il piacere di realizzare un’intervista video per conto di RAITOLIBRI, dedicata all’intellettuale Francesco TESTA nella sua magnifica dimora napoletana. Il talentuoso e raffinato scrittore partenopeo, oltre ad essere gentile ed ospitale è anche un fine conoscitore dell’animo umano. Tali doti sono facilmente individuabili nell’ultima sua creazione letteraria, un potente ed efficace romanzo dal titolo: “Indelebile come un tatuaggio” – (Grausedizioni).
Francesco Testa
PSICOLOGO – SCRITTORE
BIOGRAFIA
Francesco Testa è psicologo e psicoterapeuta. Laureato in Economia Aziendale e in Sociologia con lode, H.C. di Doctor of Health Management Engeneering presso la Costantinian University (State di Rhode Island, U.S.A.). Top manager di primari gruppi industriali e di aziende sanitarie e Presidente dell’Azienda Soggiorno e Turismo di Paestum. Giornalista pubblicista. Docente di Economia Sanitaria. È stato insignito dal Presidente della Repubblica delle onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (O.M.R.I.), di Cavaliere, Commendatore e Grand’Ufficiale.
Per il suo impegno sociale a favore delle persone sofferenti o svantaggiate è stato insignito anche, dalla Città del Vaticano, delle onorificenze di Cavaliere e Commendadore dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Tra le sue pubblicazioni si ricordano: Qualità in Sanità – Strumenti e strategie di sistema (Edizioni G. Laterza, Bari, 2001); Controllo e programmazione delle aziende sanitarie (Edizioni G. Laterza, Bari, 2001); L’ignorante è schiavo (Graus, Napoli 2010).
In campo letterario, insieme a Giulia Fera, ha esordito con il romanzoIl canto nel vento.Un sentiero di crescita. (Graus, Napoli, 2015).
“Indelebile come un tatuaggio”: La trama – Il 5 ottobre 1954, con la sottoscrizione del Memorandum di Londra, gran parte dell’Istria passa dal controllo italiano a quello jugoslavo. In tanti decidono di partire alla volta dell’Italia, in cerca di fortuna ed assistenza. Tra essi il piccolo Uccio e la sua famigliache, dopo varie disavventure, giungeranno infine a Napoli. Il primo impatto con la nuova realtà non sarà facile per Uccio che, trattato da straniero, vagheggerà un futuro in cui riconquistare il suolo natio. Alcuni incontri significativi, tuttavia, riaccenderanno in lui le fiamme di una curiosità genuina e di una non indifferente vitalità. Napoli prenderà dunque lentamente il posto della casa perduta, esercitando su Uccio un fascino speciale che, tuttavia, non gli impedirà di coglierne difetti e storture, resi più evidenti dall’esperienza e dalla crescita. In perenne bilico tra successo e delusione, costretto ad assistere impotente al dispiegarsi di ingiustizie di ogni tipo, che uomo diverrà dunque il giovane Uccio? E che ruolo avranno, nel suo sviluppo, gli eventi di quel passato divenuto ormai indelebile come un tatuaggio?
I protagonisti del romanzo
Ogni personaggio del romanzo, dal protagonista alle comparse, ricopre un ruolo fondamentale, andando ad arricchire, con la propria unicità, il campionario umano presente nell’opera.
Le persone con cui Uccio si trova ad interagire, così come quelle di cui sente unicamente parlare, divengono, infatti, autonomi oggetti d’analisi il cui valore non si esaurisce nell’apporto fornito, in positivo o in negativo, alla crescita del protagonista.
Particolarmente interessante è, ad esempio, John Smith, ex soldato americano che, dopo aver disertato, vive per anni nascosto in una casa di ringhiera. Portatore di una personalissima filosofia di vita, egli è un uomo pieno di contrasti, in grado di guardare sempre oltre le apparenze. Un uomo il cui vissuto, prima di divenire fonte di insegnamento per Uccio, fornisce toccanti scorci di fragile umanità.
Al confine tra due mondi si collocano invece le figure di Tommaso, ragazzo nero figlio della guerra, e di Anna, ex prostituta innamorata di John. Vittime dei pregiudizi legati alla propria identità e perennemente in bilico tra l’accettazione e il rifiuto di sé, essi affronteranno in maniera diversissima il peso delle proprie origini.
Il mondo di Indelebile come un tatuaggio, dunque, appare improntato ad un estremo realismo, orientato a sottolineare tutte le idiosincrasie tipiche dell’essere umano. Non vi è, però, da parte dell’autore alcuna volontà di condanna quanto piuttosto il desiderio di dimostrare che, nonostante i suoi limiti, l’uomo può redimersi riuscendo infine a trovare la propria collocazione.